lunedì 25 dicembre 2017

Fidarsi

Mi fido di te perché la tua intelligenza è più grande delle minute intellezioni dalla cui caverna non hai il coraggio di uscire.
Mi fido di te perché la tua paura è più intelligente del tuo desiderio di potere.

Non importa se questo appetito è quasi nausea, se è la solita vecchia proiezione che definisce le tue giornate. Nelle sue scene ci rientri ormai per abitudine - l'abitudine di evitare il potere del desiderio.
Di evitare la stabilità instabile che rende il passo celere e grazioso.
Di evitare, non tanto le cadute, quanto quel loro insopportabile verbale dai cui commenti ancora non ti sei separato.

Mi fido di te perché hai paura.
La paura fa barattare il nome per la cosa, scambia la volontà per la potenza. Ma la paura non si baratta. Si impone. Ti spoglia e ti ritrovi affacciato a me ad occhi nudi.
Finalmente nell'aria si levano profumi reali. L'essere in funzione copre l'odore da laboratorio dell'essere in ricognizione.
Allora, per sbaglio, in un istante ti fidi di me. E in quell'abbaglio io mi fido di te.

Dalle fessure della notte filtra la luce della indecisione: voglio perché posso o posso perché voglio? velleità o verità? consumismo o vita? forza o risonanza?
Ed è allora che dici bene: non mi chiedi se sono certa ma se sono tranquilla.

Non serve decidere ma percepire almeno un po' quella interdipendenza simultanea che esige una fisicità quantica capace di dirigere gli opposti tenendoli insieme separatamente.

I contrari aggrediscono l'anima che formalizza, perché il massimo della definizione non pertiene alla materia ma alla sua formula.
I contrari curano l'anima che materializza, perché il massimo della intensità non pertiene alla forma ma alla sua specificazione.

Tuttavia è nell'abisso del mare che l'anima è più sicura: al di sotto della superficie delle acque scossa dalle opposte correnti o incantata dalla bonaccia che ne fa uno specchio di Narciso, solo lì sotto l'anima è tranquilla.

Può risuonare se c'è un richiamo oppure sparire dalle frequenze più trafficate e passeggiare lentamente ad alta quota.