martedì 18 gennaio 2022

Pesto al gesso: la dittatura dei cuochi

 L'inferno non è l'altro, come voleva Sartre. L'altro, piuttosto, ci strappa di dosso la maschera che abbiamo calcata sul cuore per non sentire che l'inferno è in noi, che siamo noi divisi dentro e perciò in guerra con noi. Qualcuno ha detto che se hai un martello in mano vedi solo chiodi. Allo stesso modo, rancore, collera, invidia, gelosia, abbattimento sono come martelli o meglio, come gessetti che teniamo stretti nella mano del cuore. A causa loro nell'altro non vediamo che una lavagna sulla quale scrivere tutto il nostro esaurimento. Ma con un mortaio nel quale pestare questi gessetti, ridurli in polvere e, vigorosamente, soffiarli via, possiamo trovare pace. E sorridendo scorgere l'altro uscir dalla lavagna dietro la quale lo avevamo messo in punizione. La nostra consapevolezza è un mortaio. Quando dorme, sogna affannata che il pesto di gesso si faccia da sé. Quando veglia, impugna il batacchio, riduce in polvere i gessetti astiosi e li espelle in un fiato. Allora, senza paura, il bocciolo della pace è pronto a fiorire e a sfiorire ancora.