Etica Globale nella Pratica Filosofica
Compendio da Michael Noah Weiss, The Socratic Handbook, 2015, pp. 411-18
La Pratica Filosofica è una professione sulla scia
della maieutica socratica. Essa porta il filosofare attraverso
il dialogo dentro le attività
quotidiane sia private che sociali, come affari, educazione,
politica ecc.
La filosofia, in quanto universale umano storicamente
rintracciabile in tutte le culture, è ricerca della verità, generazione di
saggezza, messa in questione di dogmi, interrogazione della realtà,
trascendimento del dato immediato, nascita di idee, sviluppo della
conoscenza.
Il dialogo è un processo comunicativo con finalità aperte e senza scopi specifici; si
può paragonare a un viaggio di almeno due persone alla scoperta di nuovi reami
all’interno dei paesaggi della mente. Indispensabile al dialogo è un
atteggiamento etico di comunanza. Ai partecipanti non
sono richieste particolari conoscenze, esperienze o abilità.
Punto 1: Il principio di umanità
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Ogni essere umano ha la capacità di filosofare, cioè di riflettere, di mettere in questione, di pensare in modo
critico, di trascendere il dato per scoprire nuove idee e punti di vista
-
Essendo
unico, ogni essere umano ha un modo
unico di pensare, di sentire, di
avere credenze che gli consente di filosofare, di apprezzare l’unicità e
l’interezza del suo essere, di affermare la sua dignità
-
In
ottemperanza al principio di umanità il partecipante di una pratica
filosofica non è mai un cliente, come in altre professioni, ma unicamente un essere umano in quanto tale
-
Per dare
vita e salvaguardia a quegli aspetti che ci rendono umani bisogna accantonare ogni idea preconcetta di umanità
Punto 2: Etica della reciprocità
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L’etica
della reciprocità è anche detta Regola d’Oro. Essa recita: “Non fare all’ altro ciò che non vorresti fosse fatto
a te” ovvero “Fai all’altro ciò
che vorresti fosse fatto a te”
- Ascoltando l’ingiunzione delfica:“Conosci te stesso!” è possibile sapere davvero, attraverso una riflessione corretta, cosa voglio e cosa non voglio (ordine del cuore)
- Ascoltando l’ingiunzione delfica:“Conosci te stesso!” è possibile sapere davvero, attraverso una riflessione corretta, cosa voglio e cosa non voglio (ordine del cuore)
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Ogni
essere umano tende a una vita buona relativamente all’idea personale che, attraverso la riflessione, riesce a
farsi di valori esistenziali quali l’indipendenza economica, la salute,
la famiglia, il partner, gli amici ecc.
-
Questi
valori esistenziali volti al conseguimento del proprio benessere possono
scontrarsi con i valori etici se causano malessere negli altri (egoismo).
Bisogna allora riflettere sull’etica della reciprocità e individuare quei valori esistenziali che,
essendo buoni sia per sé sia per gli altri, sono anche valori etici
-
Dunque riflettere è il pre-requisito di ogni etica della reciprocità
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Prendere sul serio, non ridicolizzare, non
trascurare, non attaccare le opinioni, i sentimenti, le idee che sono
espressi nel dialogo
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Non usare
la conoscenza come potere sull’altro per subordinarlo, manipolarlo, svilirlo, opprimerlo, escluderlo ecc.
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Aver riguardo per il benessere, l’integrità, la dignità, l’autonomia del partner di dialogo
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Assumersi
la responsabilità della vita analizzando bene cosa richiedano le
circostanze, gli altri e se stessi. Per non disperdersi rispetto a ciò che è essenziale
può essere utile prendere in considerazione interrogativi quali: Chi sono? La
vita ha un senso superiore? Da dove vengo? Dove vado? Come mi relaziono agli
altri? Cosa significa per me una vita buona? Cosa la rende degna di essere
vissuta?
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Aiutare
gli altri ad esprimersi affinché siano all’altezza dell’unicità delle proprie potenzialità
mentali, emotive e spirituali
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Obbligo
alla confidenzialità e riservatezza salve in
caso di minaccia alla vita
Punto 4: Solidarietà e lealtà
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Il dialogo
è una Comunità di Ricerca che si basa sulla condivisione solidale e sulla equità in senso etico, non sulla
uguaglianza delle competenze
-
Un dialogo
è leale se non
offende nessuno, se non
degrada i partecipanti sul piano di una mera opinione e lascia a tutti uguale spazio di espressione
Punto 5: Franchezza e tolleranza
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La
franchezza rende il dialogo autentico e l’autenticità crea
fiducia; la fiducia e uno spazio sicuro consentono ai partecipanti di aprirsi, di esprimersi liberamente, di scoprire i propri pensieri, sentimenti e
convinzioni più vere
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La
franchezza è essere veri con se
stessi
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Franchezza
è anche stare dentro i limiti delle competenze e demandare ai rispettivi
esperti le questioni che esorbitano dalla portata di un dialogo filosofico
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Il dialogo
presuppone la tolleranza che permette di abbracciare una medesima
questione da prospettive diverse
Punto 6: Stima reciproca e alleanza
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Stima reciproca e alleanza sorreggono lo studio in comune che avviene nel dialogo; diversamente da
un colloquio terapeutico, nella pratica filosofica non c’è gerarchia di
conoscenze
-
Stima
reciproca e alleanza sono i pre-requisiti essenziali del dialogo perché i
partecipanti fanno affidamento sulle opinioni e prospettive dei loro partner
per il risveglio della
consapevolezza personale ed etica
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La stima di
sé come dignità personale e non come autostima egoistica risiede nella
stima reciproca, nel riconoscimento della
propria unicità attraverso quella altrui
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