martedì 12 febbraio 2019

Fantasia didascalica di un dialogo sulla differenza steiniana tra contagio e empatia (co-sentire e uni-patia)



Caro:- Ti stai turbando per la notizia del crollo di quel palazzo, cara, lo vedo!
Cara: - Sì, caro, sei proprio empatico! Te ne sei accorto. Tu, invece, non sei turbato affatto!
Caro: - Anche tu sai leggere nel cuore altrui, cara, io sono forte, io non sono propriamente turbato! Lo sono per te mentre tu! Tu, sì, cara, tu sei proprio turbata, povera piccola! Coraggio!
Cara: - Grazie, caro! Che sangue freddo! Tu sei tu ed io sono io. Tu non ti fai contagiare emotivamente.
Caro: - Grazie, cara, la lucidità mi contraddistingue. La calma è la virtù dei forti. Tu dovresti imparare da me. Perché ti fai contagiare da ogni singola cronaca metropolitana?!
Cara: - Il fumo della vanità ora ti offusca la vista. Attento, caro! Non sono contagiata dagli altri ma sono proprio turbata di mio, come hai detto bene prima. Dove andrò stanotte?
Caro: - Sta, stanotte?! Ma cara, che dici! È il nostro il palazzo crollato?
Cara: - Sì, caro. Ora ti accorgi che proviamo la stessa cosa, bravo! Questa è uni-patia.
Caro (borbottando agitato): - A dire il vero, pensavo ad altro! Senza casa! Ma che aspettavi a dirmelo! E comunque, carina, questa uni-patia deve essere ben altro dalla simpatia!
Cara: - Certamente! La simpatia, o co-sentire, e l'uni-patia sono sviluppi possibili ma distinti dell’empatia accessibili solo a patto di non confondere quest'ultima col contagio. E siccome, mio caro, io non li confondo, tu mi sei ancora simpatico! 

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