sabato 29 marzo 2014

Cos'è davvero un'azione?

Cos'è davvero un'azione?
Cosa la distingue dal falso movimento?
Per muoversi bisogna star fermi così come per parlare bisogna star zitti.
Una motricità irrefrenabile così come una parola compulsiva non fanno e non dicono niente.
Ma a star troppo fermi e troppo zitti si diventa matti.
Va bene, parlo per me, iooo divento matta! (anzi quasi-matta e infatti ne soffro). Divento matta quando per troppo tempo non agisco ma sono vissuta dagli eventi, quando succedono cose ma non succedono davvero a me. Magari sono stata travolta eppure in fondo non sono stata toccata. E' stato un sogno, ho continuato a dormire, a istupidire di altro sonno; come se non fosse da millenni che dormo e preferirei approfittare della contingenza di esser nata per svegliarmi un attimo. La fenomenologia li chiama vissuti non egologici.
 http://books.google.it/books?id=uBdSa2GfkdMC&pg=PA85&lpg=PA85&dq=non+egologico+fenomenologia&source=bl&ots=wPEGzWtdXo&sig=fskbEVSvQZC_ZfTu9rRctiwhNC0&hl=it&sa=X&ei=mIs2U8e_BeLOygOhh4GAAg&ved=0CF0Q6AEwBg#v=onepage&q=non%20egologico%20fenomenologia&f=false
Di vissuto in essi per me c'è ben poco.
La vera azione invece si fa sentire perché non si fa mai da soli.
Non che ti costringe all'incontro quanto che è incontro.
Incontrare l'altro, incontrare altro nell'altro.
E quando cominci a percepire la presenza allora pian piano rinunci volentieri a ricostruire l'assenza.


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